Un’analisi aggiornata del potenziale terapeutico di CBG, CBC e CBN: cosa emerge dagli studi, quali benefici sono supportati dalla scienza e quali restano ipotesi premature. Una panoramica utile per medici, farmacisti e pazienti, con riferimenti a review e ricerche pubblicate su riviste accreditate per distinguere l’evidenza dall’hype commerciale nel settore dei cannabinoidi emergenti.
Cannabinoidi emergenti: di cosa parliamo
La cannabis contiene più di un centinaio di fitocannabinoidi. Nonostante THC e CBD siano i più noti, oggi cresce l’interesse verso molecole come CBG, CBC e CBN, chiamate “cannabinoidi emergenti” perché presenti in quantità minime e ancora poco studiate nell’uomo. Questi composti sono in gran parte non psicoattivi e interagiscono in modo diverso con il sistema endocannabinoide e con recettori non cannabinoidi.
CBG: potenzialità e limiti
Il CBG (cannabigerolo) è il precursore da cui derivano molti altri fitocannabinoidi. Una review pubblicata su Molecules nel 2024 descrive proprietà anti-infiammatorie, neuroprotettive e antibatteriche, ma sottolinea come la maggior parte delle prove sia preclinica.
Uno studio del Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics (Nachnani et al., 2021) evidenzia potenziali applicazioni nelle malattie neuroinfiammatorie e metaboliche, ma anche qui mancano ancora trial clinici solidi.
Cosa suggerisce la ricerca attuale:
1) possibili applicazioni nel dolore cronico;
2) potenziale antibatterico;
3) effetti neuroprotettivi preliminari;
4) forte necessità di studi controllati nell’uomo.
CBC: un cannabinoide con proprietà promettenti
Il CBC (cannabicromene) è studiato per attività anti-infiammatoria e analgesica. Una review del 2024 su Cannabis and Cannabinoid Research analizza i dati disponibili, riconoscendo un potenziale terapeutico interessante ma “prove cliniche ancora scarse e frammentarie”
Possibili aree di interesse:
1) modulazione del dolore
2) attività anti-infiammatoria
3) potenziale ruolo nella neurogenesi
Secondo gli autori, servono standard di qualità più rigorosi e trial clinici ben disegnati.
CBN e il sonno: cosa sappiamo davvero
Il CBN (cannabinolo) viene spesso promosso come molecola “naturale per dormire”. In realtà la ricerca clinica è ancora agli inizi. Un protocollo di studio pubblicato su BMJ Open valuta efficacia e sicurezza del CBN nell’insonnia (Lavender et al., 2023).
Le evidenze attuali indicano:
1) moderato effetto sedativo in combinazione con altri cannabinoidi
2) pochi dati sul CBN isolato
3) necessità di chiarire dosaggi, sicurezza e interazioni
Stato dell’arte: evidenze vs hype
Nonostante l’interesse crescente, i cannabinoidi emergenti condividono alcuni limiti:
1) la maggior parte degli studi è in vitro o su cavie animali
2) pochi trial sull’uomo
3) follow-up clinici brevi
4) dosaggi e formulazioni non standardizzati
5) marketing spesso più rapido della scienza.
Questo può generare aspettative irrealistiche e rischi di automedicazione.
Prospettive future e ruolo dei professionisti
Il mercato dei cannabinoidi sta crescendo rapidamente, ma l’utilità clinica dei minori dipenderà dalla qualità della ricerca. Le prospettive includono il ruolo integrativo nel dolore e nelle patologie infiammatorie, possibili indicazioni nel sonno, potenziali applicazioni in neurologia (CBG, CBC). Il medico e il farmacista possono fare la differenza verificando le possibili interazioni, scegliendo prodotti sicuri e tracciati ed educando il paziente all’uso responsabile.
Solo con studi clinici robusti e con la guida dei professionisti sanitari, infatti, i cannabinoidi emergenti potranno trovare un posto reale nella medicina basata sulle evidenze ed entrare definitivamente nella pratica clinica.
Scritto da Mario Catania – CanapaIndustriale
Un’analisi aggiornata del potenziale terapeutico di CBG, CBC e CBN: cosa emerge dagli studi, quali benefici sono supportati dalla scienza e quali restano ipotesi premature. Una panoramica utile per medici, farmacisti e pazienti, con riferimenti a review e ricerche pubblicate su riviste accreditate per distinguere l’evidenza dall’hype commerciale nel settore dei cannabinoidi emergenti.
Cannabinoidi emergenti: di cosa parliamo
La cannabis contiene più di un centinaio di fitocannabinoidi. Nonostante THC e CBD siano i più noti, oggi cresce l’interesse verso molecole come CBG, CBC e CBN, chiamate “cannabinoidi emergenti” perché presenti in quantità minime e ancora poco studiate nell’uomo. Questi composti sono in gran parte non psicoattivi e interagiscono in modo diverso con il sistema endocannabinoide e con recettori non cannabinoidi.
CBG: potenzialità e limiti
Il CBG (cannabigerolo) è il precursore da cui derivano molti altri fitocannabinoidi. Una review pubblicata su Molecules nel 2024 descrive proprietà anti-infiammatorie, neuroprotettive e antibatteriche, ma sottolinea come la maggior parte delle prove sia preclinica.
Uno studio del Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics (Nachnani et al., 2021) evidenzia potenziali applicazioni nelle malattie neuroinfiammatorie e metaboliche, ma anche qui mancano ancora trial clinici solidi.
Cosa suggerisce la ricerca attuale:
1) possibili applicazioni nel dolore cronico;
2) potenziale antibatterico;
3) effetti neuroprotettivi preliminari;
4) forte necessità di studi controllati nell’uomo.
CBC: un cannabinoide con proprietà promettenti
Il CBC (cannabicromene) è studiato per attività anti-infiammatoria e analgesica. Una review del 2024 su Cannabis and Cannabinoid Research analizza i dati disponibili, riconoscendo un potenziale terapeutico interessante ma “prove cliniche ancora scarse e frammentarie”
Possibili aree di interesse:
1) modulazione del dolore
2) attività anti-infiammatoria
3) potenziale ruolo nella neurogenesi
Secondo gli autori, servono standard di qualità più rigorosi e trial clinici ben disegnati.
CBN e il sonno: cosa sappiamo davvero
Il CBN (cannabinolo) viene spesso promosso come molecola “naturale per dormire”. In realtà la ricerca clinica è ancora agli inizi. Un protocollo di studio pubblicato su BMJ Open valuta efficacia e sicurezza del CBN nell’insonnia (Lavender et al., 2023).
Le evidenze attuali indicano:
1) moderato effetto sedativo in combinazione con altri cannabinoidi
2) pochi dati sul CBN isolato
3) necessità di chiarire dosaggi, sicurezza e interazioni
Questo può generare aspettative irrealistiche e rischi di automedicazione.
Prospettive future e ruolo dei professionisti
Il mercato dei cannabinoidi sta crescendo rapidamente, ma l’utilità clinica dei minori dipenderà dalla qualità della ricerca. Le prospettive includono il ruolo integrativo nel dolore e nelle patologie infiammatorie, possibili indicazioni nel sonno, potenziali applicazioni in neurologia (CBG, CBC). Il medico e il farmacista possono fare la differenza verificando le possibili interazioni, scegliendo prodotti sicuri e tracciati ed educando il paziente all’uso responsabile.
Solo con studi clinici robusti e con la guida dei professionisti sanitari, infatti, i cannabinoidi emergenti potranno trovare un posto reale nella medicina basata sulle evidenze ed entrare definitivamente nella pratica clinica.
Scritto da Mario Catania – CanapaIndustriale


